venerdì 7 marzo 2008

07 marzo 2008_secondo appuntamento

venerdì 07 marzo 2008, h 21

Alessandra Cristiani | Mariateresa Surianello

Kataklisma teatro (MAPPA)
ingresso 1 € con tessera a sottoscrizione
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Secondo appuntamento per UOVO CRITICO edizione 2008: dopo MAddAI ancora un'occasione per esplorare la nuova scena performativa contemporanea. Un lavoro che la Cristiani presenta all'interno del dialogo già instaurato con la Surianello per ZTL-pro.

irelallabye
breve danza, è un lavoro giovane, non ha un vero e proprio comunicato per la sua acerbità, se non una semplice frase, una dedica: "...all'infazia dei pensieri"

Alessandra Cristiani
Premio Excelsior come migliore attrice per il corto La foto, regia Sara Masi (1997). Dal teatro di marca odiniana approda alla danza attraverso una personale esplorazione del training fisico dell'attore. Studia danza contemporanea con Moses Pendleton, Giovanna Summo, Domenique Dupuy; la nuova danza giapponese con Masaki Iwana, Akira Kasai, Akaji Maro, Tadashi Endo, Ko Murobushi, Joko Muronoi, Hisako Horikawa, Toru Iwashita, Daisuke Yoshimoto.
Si laurea in Metodologia e Critica dello Spettacolo. Crea e dirige con la compagnia Lios, la rassegna internazionale di danza buto Trasform'azioni, in collaborazione con il Teatro Furio Camillo di Roma. Fa parte della compagnia Habillé d'eau diretta da Silvia Rampelli.
Con la performance d.n.a.-di natura assente, progetto di Stefano Taiuti (Zeitgeist), è a Romaeuropa Festival 2007. Come solista presenta: Fiori, Notturno, Eco, io è un altro, In canto, Geynest under gore, XY, Langelo, Entrana, Irelallabye, nudo.nuda (coproduzione tra Teatro Furio Camillo e ZTL-pro per Scenari Indipendenti).


Mariateresa Surianello
Giornalista e critica teatrale. Dopo l'esperienza di «Liberazione», conclusasi nel 1998, fonda e dirige "Tuttoteatro.com", la prima rivista italiana online di informazione e critica teatrale. Nel 2004 idea il Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche "Dante Cappelletti" e ne cura la direzione. Dal 2007 è direttore artistico del Teatro Civile Festival di FestambienteSud. Suoi articoli sono usciti su «Il Manifesto», «Aprile», «Hystrio», «Art'O». Collabora al progetto "Scenari Indipendenti" come redattrice di "Differenza.org".

1 commento:

robypom ha detto...

Alessandra Cristiani / Mariateresa Surianello

Il corpo nudo di Alessandra Cristiani è raggomitolato, si tiene sulle punte dei piedi appoggiate sul piccolo piano di legno slavato di un minuscolo sgabello scrostato ed arrugginito. Da qual groviglio di carne bianca di biacca, lentamente emerge un braccio, la mano scende verso terra. La punta di un dito teneramente scorre sul pavimento bagnato, come a cercare una sensazione smarrita.
Questo è certamente uno degli Haiku espressi col corpo, di cui Alessandra parla poi, “interrogata” da Mariateresa Surianello, nella serata di Uovo critico del 7 marzo scorso a Katalisma teatro.
Considero una vera fortuna essermi trovato lì e di aver visto così da vicino un'artista che si esprime con tanta intensità. La sua non danza, che contiene la danza contemporanea, il Butoh, il teatro danza, sembra fatta chiamando a raccolta misteriose risorse interiori sottili ed ha la bellissima e rara capacità di parlare direttamente a chi la guarda, attraverso quei canali sopiti dove si muove l'emozione ed il sapere profondo dell'arte, che in molti ormai coltiviamo poco, schiacciati come siamo tra una quotidianità spesso banale ed una valanga di stimoli iperbolici proposti senza tregua dal nostro mondo multimediale. Ma chi non l'ha vista, purtroppo non potrà capire.
Un corpo vestito della sua nudità, attraverso silenzi ripetuti, che si muove con poetica intensità, seguendo misteriosi ma evidenti paesaggi interiori, riporta lo spettatore a quell'incanto che Artaud racconta di aver provato dinnanzi a l'allora sconosciuto teatro balinese ed all'espressività armoniosa ed essenziale degli orientali.
Ma dentro c'è anche la disciplina distillata del Butoh e la ricerca di Grotowscki, che insegnava ai suoi attori a cercare dentro di loro una motivazione per le loro azioni sceniche; una motivazione segreta che non sarebbe apparsa chiara agli spettatori, ma che avrebbe dato pienezza ai loro movimenti, che il pubblico avrebbe riempito di senso, ciascuno con la propria sensibilità.
La performace della Cristiani è paragonabile, senza imbarazzo, ad un un rito sacrificale, che ha per tema la perdita dell'innocenza, e che viene officiato, con coraggio, ogni volta davanti ed insieme al pubblico, a dimostrare in realtà, che l'innocenza si perde ma si rinnova perché è irriducibilmente la parte migliore di noi.
Per questa bella occasione, grazie.

Roberto Pomettini